Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con la scuola di lingua italiana per immigrati gestita dalla Caritas Ambrosiana.
L’immigrato è generalmente visto con diffidenza, tenuto a distanza e spesso si tende a evitare ogni tipo di relazione. È alieno e indifferente, quasi un fantasma.
Il progetto nel suo allestimento mira a indurre il visitatore a un gesto, per quanto piccolo, di “movimento” verso la persona, di una minima partecipazione alla sua storia, ai suoi desideri, ai suoi affetti, al suo essere.
La mostra è composta da due parti. Il primo è come un catalogo di piccoli dettagli (abito, gioielli, capelli….) delle persone legati alle loro storie personali, Scritte in modo semplice e spesso un poco sgrammaticate a causa della ancora scarsa conoscenza della lingua italiana, dalla loro stessa mano. Questa è la chiave, nella seconda parte, per una ricerca degli stessi tra una serie di ritratti; semplici foto in studio, quasi per documenti di identità. Un modo per portare il visitatore ad un avvicinamento alla loro umanità e alle loro storie,